Le Saline di Trapani e Paceco
Siamo in Sicilia sulla meravigliosa costa che da Marsala porta a Trapani. Paesaggio che da moltissimi secoli vede l’uomo attingere ad una della ricchezze del mar Mediterraneo: l’oro bianco delle saline di Trapani e Paceco.
I documenti ci parlano già di questa “coltivazione” già con i normanni prima e successivamente con Federico di Svevia che istituisce il monopolio del sale che perdura fino al periodo angioino. Con gli aragonesi le saline tornano ad essere private (e lo sono tutt’ora) e il commercio del sale rende Trapani il più importante centro di produzione e commercio europeo del prezioso minerale. La prosperità però si ferma dinanzi al progresso e alla industrializzazione dei primi del ‘900, in cui la concorrenza di saline più produttive come quelle di Cagliari e Santa Margherita in Puglia e le miniere di salgemma nazionali ed estere mettono in crisi il sistema siciliano.
La Rinascita di Trapani e Paceco
Grazie all’istituzione della riserva naturale nel 1995 e la sua gestione da parte del WWF c’è stata una forte ripresa di questa antica tradizione di salicoltura. Oggi il sale marino di trapani è riconosciuto come prodotto identitario da tutelare. Nel 2011 ha ottenuto il riconoscimento IGP e fa parte dell’elenco delle Zone Umide Ramsar per la tutela delle specie di flora e fauna che vivono in questo particolare ambiente.
Un aspetto meraviglioso che caratterizza le saline di Trapani e Paceco sono i mulini a vento nella versione tradizionale a 6 pale di legno o in quella più moderna del mulino “americano” con pale in lamiera zincata. Svolgevano 3 funzioni principali: pompare l’acqua tra i bacini, sollevare le acque e macinare il sale. Oggi purtroppo si assiste ad un loro inesorabile degrado e abbandono e solo in pochi casi sono stati effettuati dei recuperi.
Un territorio incredibile dai colori e profumi di intenso Mediterraneo da visitare assolutamente almeno una volta nella vita!
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